le istruzioni in caso di restituzione dei beni agevolabili

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Cosa fare nel caso in cui l’impresa debba restituire beni agevolabili che rientrano nel bonus investimenti per il Mezzogiorno? A fornire le istruzioni è l’Agenzia delle Entrate

Come fare a correggere gli importi degli investimenti che rientrano nel credito d’imposta per le imprese del Mezzogiorno, nel caso di restituzione parziale dei beni agevolabili?

Le istruzioni sono state fornite dall’Agenzia delle Entrate nella risposta all’interpello n. 37/2025.

Per correggere gli importi degli investimenti precedentemente indicati nella Comunicazione CIM 17 non è possibile mandare una nuova comunicazione fuori tempo massimo.

La situazione deve essere invece rettificata attraverso la dichiarazione dei redditi.

Bonus investimenti Mezzogiorno: cosa fare in caso di restituzione dei beni agevolabili

I chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate in merito al credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno arrivano in risposta al quesito posto dall’istante, una società che dopo aver acquistato macchinari e attrezzature commerciali nuovi da destinare a una struttura produttiva del Sud ha restituito parte dei beni agevolabili.

Per la restituzione è stata emessa contestualmente una fattura di vendita. Il punto sollevato dal soggetto è che l’importo per i beni era stato inserito all’interno della comunicazione CIM 17 per la richiesta del credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno.

La rettifica della comunicazione attraverso un nuovo modello di comunicazione CIM 17 non è stata possibile in quanto tale modello è stato scartato poiché presentato oltre scadenza.

L’istante chiede quindi come provvedere a regolarizzare la situazione. L’Agenzia delle Entrate fornisce i chiarimenti del caso nella risposta all’interpello n. 37/2025, dopo aver riepilogato il quadro normativo di riferimento.

Agenzia delle Entrate – Risposta all’interpello numero 37 del 18 febbraio 2025
Istruzioni da seguire per la rideterminazione del credito di imposta per gli investimenti del Mezzogiorno.

L’agevolazione in questione è prevista dall’articolo 1, commi da 98 a 108, della legge n. 208/2015. La stessa può essere richiesta tramite la presentazione di un’apposita comunicazione all’Amministrazione finanziaria.

Nel caso in cui i beni siano dismessi, entro il quinto periodo d’imposta successivo a quello in cui sono entrati in funzione, il credito d’imposta deve essere rideterminato.

Le stesse regole valgono nel caso in cui gli stessi siano dismessi, ceduti a terzi o destinati ad altre finalità o strutture produttive.

Nel caso in questione, nel mese di giugno 2024 la società ha venduto parte dei beni acquistati con gli investimenti effettuati nel 2022.

A tal proposito deve essere prevista l’esclusione del costo sostenuto per gli investimenti dismessi, senza dover provvedere alla rettifica del modello CIM 17.

La rettifica deve essere effettuata tramite dichiarazione dei redditi e l’Agenzia delle Entrate fornisce le istruzioni per la corretta compilazione.

Bonus investimenti Mezzogiorno: le istruzioni per la compilazione della dichiarazione dei redditi

Per regolarizzare la situazione in caso di restituzione dei beni agevolabili, indicati nella comunicazione con modello CIM 17, gli importi devono essere indicati all’interno della dichiarazione dei redditi.

L’Agenzia delle Entrate fornisce le istruzioni sulla corretta indicazione del credito.

Nello specifico, come indicato nel documento di prassi:

“il credito di imposta deve essere indicato nel quadro RU del modello di dichiarazione relativo al periodo di imposta nel corso del quale il credito stesso è maturato (i.e., il periodo di imposta in cui sono stati realizzati gli investimenti agevolati), nonché nel quadro RU dei modelli di dichiarazione relativi ai periodi di imposta nel corso dei quali il credito viene utilizzato in compensazione”.

Nel dettaglio deve essere compilato il quadro RU del Modello Redditi Società di Capitali 2024.

Nel rigo RU5 deve essere indicato:

  • nelle colonne 1, 2, B2, C2, D2, E2 e F2, l’importo del credito d’imposta maturato in relazione ai costi sostenuti, rispettivamente, nei periodi d’imposta in corso (qualora la fruizione del credito d’imposta sia stata autorizzata dopo il termine di presentazione della dichiarazione relativa al periodo d’imposta precedente a quello cui si riferisce la presente dichiarazione ed entro il termine di presentazione della presente dichiarazione):
    • al 31 dicembre 2016;
    • al 31 dicembre 2017;
    • al 31 dicembre 2018;
    • al 31 dicembre 2019;
    • al 31 dicembre 2020;
    • al 31 dicembre 2021;
    • al 31 dicembre 2022;
  • ­ nella colonna 3, l’ammontare del credito d’imposta maturato in relazione ai costi sostenuti nel periodo d’imposta oggetto della presente dichiarazione la cui fruizione è stata autorizzata entro il termine di presentazione della presente dichiarazione. Nella colonna 3 vanno riportati anche gli importi indicati nelle colonne 1, 2, B2, C2, D2, E2 e F2.

In linea generale, il credito deve essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo di imposta di maturazione dello stesso a patto che l’autorizzazione all’utilizzo sia stata rilasciata entro i termini di presentazione di tale dichiarazione.

Nel caso in cui l’autorizzazione sia successiva, il credito deve essere riportato nella prima dichiarazione utile successiva al rilascio dell’autorizzazione.

Nel caso specifico, la dichiarazione dei redditi da prendere in considerazione era quella 2024. Nella colonna F2 del rigo RU5 doveva essere già rideterminato il credito per effetto della cessione. In altre parole doveva essere inserito l’importo già ridotto e non quello originario.

Nell’ipotesi in cui tale procedura non sia stata eseguita, l’errore può essere corretto presentando una dichiarazione dei redditi integrativa.



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