Dopo l’annullamento della confisca a Patti, aggiornamenti sull’infinito caso Valtur

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 La crisi del gruppo Valtur, un tempo fiore all’occhiello del turismo italiano, torna al centro del dibattito politico. Il senatore Salvo Pogliese (Fratelli d’Italia), capogruppo in Commissione Industria, ha presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e al Ministro della Giustizia Carlo Nordio, per fare luce sulla travagliata gestione del gruppo, tra amministrazione straordinaria, misure antimafia e dimissioni improvvise dei commissari straordinari.

L’interrogazione di Pogliese: “Serve chiarezza sulla gestione del gruppo”

Nell’interrogazione, firmata anche dai senatori Salvo Sallemi, Raoul Russo ed Ella Bucalo, Pogliese ha chiesto spiegazioni sul declino della Valtur, evidenziando:

  • Le vicende giudiziarie che hanno visto il gruppo finire sotto amministrazione straordinaria nel 2011 e, successivamente, sotto sequestro giudiziario nel 2018 per effetto della confisca disposta dal Tribunale di Trapani nei confronti dell’ex proprietario, Carmelo Patti. Qui raccontiamo la storia di Patti
  • La revoca della confisca nel marzo 2024 da parte della Corte d’Appello di Palermo, con la restituzione dei beni e il ripristino della procedura di amministrazione straordinaria.
  • Le dimissioni inspiegabili dei commissari straordinari, che hanno lasciato il gruppo senza guida a pochi mesi dal loro reinsediamento.

Pogliese ha inoltre chiesto informazioni dettagliate sull’operato dell’amministratore giudiziario durante il periodo della misura antimafia, sollevando dubbi su alcune scelte di gestione, tra cui locazioni e vendite di immobili e l’assenza di bilanci annuali depositati.

La risposta del Ministro Urso: “Situazione grave, procederemo con controlli”

Il Ministro Adolfo Urso, nella sua risposta, ha confermato i numerosi aspetti critici legati alla gestione Valtur, sottolineando il progressivo depauperamento del patrimonio aziendale e l’assenza di rendicontazione chiara.

Alcuni punti chiave della risposta del Ministro:

  • Dal 2011 ad oggi, il gruppo ha visto il valore del proprio patrimonio immobiliare ridursi drasticamente: nel 2011 contava 12 strutture operative, ma già nel 2013 ne erano state vendute 6 a Orovacanze per appena 9,6 milioni di euro.
  • L’indebitamento è esploso, passando da 355 milioni nel 2010 a oltre 674 milioni nel 2018, senza una rendicontazione chiara su come siano stati gestiti i flussi finanziari.
  • Locazioni a canoni troppo bassi: gli immobili del gruppo sono stati affittati con contratti a prezzi nettamente inferiori al valore di mercato, danneggiando il potenziale di vendita degli asset.
  • Accordi discutibili per villaggi turistici a Isola Capo Rizzuto e Favignana, in cui i locatari avevano agevolazioni sulle spese di ristrutturazione, riducendo ulteriormente gli introiti per il gruppo.
  • Una gestione fallimentare della liquidità: nel 2012 era stato concesso un finanziamento con garanzia statale da 50 milioni di euro, ma appena un anno dopo l’esercizio dell’impresa è cessato, e il debito è ricaduto sulle casse pubbliche.

Tra i tanti aspetti, il Ministro Urso denuncia anche  “la totale mancanza di qualsiasi forma di rendicontazione da parte dell’amministratore giudiziale che era stato nominato con decreto del Tribunale di Trapani dell’8 novembre 2018, decreto con il quale è stata contestualmente disposta la confisca dei beni. Tali beni sono stati restituiti alla procedura di amministrazione straordinaria per effetto del decreto della Corte d’appello di Palermo 21 marzo 2024, che ha revocato la confisca disposta nell’ambito della procedura antimafia”.

Le mosse del Ministero: nuovi commissari e accertamenti sulle responsabilità

Di fronte a questa situazione, il Ministro Urso ha annunciato di aver avviato una revisione interna e predisposto la nomina di nuovi commissari straordinari, che avranno il compito di fare chiarezza sulla gestione passata e avviare un percorso di valorizzazione degli asset rimasti.

I nuovi commissari si concentreranno su:

  • Aggiornare le perizie di valutazione degli immobili, ormai obsolete.
  • Recuperare crediti per oltre 500.000 euro, mai riscossi.
  • Revisionare e, se possibile, sciogliere contratti svantaggiosi che impediscono un rilancio del gruppo.
  • Avviare un’azione legale nei confronti di chi ha gestito in maniera poco trasparente il patrimonio aziendale.

Il futuro della Valtur: recupero possibile o fine definitiva?

La nuova gestione dei commissari straordinari dovrà affrontare un quadro economico compromesso, con un valore residuo del gruppo ormai molto ridotto e con vincoli contrattuali difficili da sciogliere. Tuttavia, l’obiettivo del Ministero è salvare il salvabile e individuare le responsabilità gestionali che hanno portato al tracollo di quello che un tempo era il simbolo del turismo italiano.

Il Ministro ha assicurato che se emergeranno irregolarità, saranno interessate le autorità competenti, affinché venga garantita la tutela dell’interesse pubblico e dei creditori.

Intanto, la Valtur resta un’ombra del glorioso passato, in attesa di capire se potrà rinascere o se il suo destino è ormai segnato.

Qui la risposta completa del Ministro Urso all’interrogazione parlamentare.





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