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Lo sviluppo delle relazioni internazionali è uno dei tre pilastri del nuovo Piano Strategico del Politecnico “PoliTOinTransition”, nel quale vengono delineate le azioni principali in cui l’Ateneo si impegnerà per raggiungere nel 2030 obiettivi ambiziosi, dal rinnovamento dei percorsi di studi, alla collaborazione con la migliore ricerca internazionale, al supporto ai policy maker a livello europeo e non solo. Una spinta internazionale che è stata al centro della cerimonia di Inaugurazione dell’Anno Accademico 2024/2025 dell’Ateneo, che si è tenuta questa mattina.
Partendo dall’Unione Europea, l’Ateneo si vuole aprire sempre più ai Paesi extra-UE, nei quali rafforzare relazioni con Università, centri di ricerca, mondo delle imprese e delle istituzioni: “In una dimensione internazionale che oggi si confronta con un quadro geopolitico complesso, instabile, il Politecnico di Torino si apre sempre più alla dimensione collaborativa, creando ponti di dialogo, e annullando le frontiere della libera circolazione di idee e persone. Solo in un ambiente dal respiro internazionale è possibile affrontare le grandi transizioni del nostro tempo, fornendo un affiancamento e un supporto anche a tutto il nostro ecosistema territoriale – ha spiegato nella sua relazione il Rettore Stefano Corgnati – Dal punto di vista della formazione, lo scenario che ci vede proiettati a prevenire la contrazione demografica ci impone di avviare lo sviluppo di una policy di attrazione di talenti da tutto il mondo mettendo a frutto gli oltre 80 doppi titoli di laurea con la nostra rete di università partner. Siamo attrattivi perché abbiamo una solida qualità didattica ma anche perché la città è attrattiva, con la sua qualità della vita e dei servizi per gli studenti, mettendo in campo anche le eccellenze del nostro territorio. Siamo attrattivi perché la nostra offerta formativa punta su un approccio esperienziale, basato sul progetto e sul fare, lavorando insieme alle imprese, ai professionisti di settore e alla pubblica amministrazione: al Politecnico il pensiero astratto diventa sapere applicato. Qui i giovani crescono, qui devono avere opportunità per restare o tornare nel nostro territorio, perché qui vogliono costruire il loro futuro”.
Una dimensione, quella internazionale, che infatti è sempre più strategica per il territorio torinese e piemontese, come hanno ricordato portando il saluto delle istituzioni territoriali. Il Sindaco della Città di Torino Stefano Lo Russo ha ricordato che: “La dimensione internazionale è parte integrante dell’attività del Politecnico di Torino fin dalla sua fondazione. Saluto il rettore della sede del Politecnico di Taskshent anche qui, che ci ha fatto l’onore di essere presente e ha collaborato alla realizzazione di una delle migliori esperienze di internazionalizzazione e razionalizzazione del sistema universitario italiano”. L‘Assessore al Bilancio, Attività produttive e Internazionalizzazione della Regione Piemonte Andrea Tronzano, ha invece sottolineato l’azione comune delle istituzioni del territorio, anche in ambito internazionale, così come nel settore produttivo: “La collaborazione istituzionale è determinante per pensare di raggiungere risultati che prima erano impensabili, un momento per altro di transizione, che però può diventare un momento di grandi opportunità di sviluppo, che sono fondamentali per la nostra regione”.
Ma l’internazionalizzazione degli atenei può essere una risorsa anche per il Paese, come ha ricordato il Direttore Generale del Politecnico Vincenzo Tedesco: “Attirare qui talenti stranieri vuol dire aiutare il nostro sviluppo, le nostre aziende e offrire all’Italia un altro fattore di attrattività oltre al turismo. Internazionalizzazione significa legare all’Italia e alla nostra cultura giovani donne e uomini che saranno presto, nei loro paesi di nascita, i migliori partner delle nostre aziende e i migliori ambasciatori del nostro Paese. E, per farlo al meglio, il Politecnico deve potenziare la cultura organizzativa definendo strutture stabili a supporto delle missioni potenziando la formazione di tutto il personale tecnico amministrativo e bibliotecario che diventi l’asset centrale per il miglioramento continuo nel solco della semplificazione amministrativa ormai centrale nella pubblica amministrazione e in particolare negli atenei”.
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