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Successivamente, i crediti fiscali fasulli così creati venivano monetizzati dall’impresa mediante la loro vendita a prezzo ribassato a favore di terzi soggetti o ad istituti di credito, i quali li utilizzavano in compensazione dei propri debiti fiscali.
Nel corso dell’attività investigativa i finanzieri hanno scandagliato oltre 14 cantieri edili – siti prevalentemente in provincia di Trento, ma anche a Roma e Como – per i quali la società indagata aveva dichiarato di aver avviato i lavori a favore di oltre 175 proprietari di unità immobiliari, riscontrando che, nella realtà, l’attività svolta, come detto propedeutica soltanto alla creazione di fasulli crediti fiscali, si era limitata al montaggio di ponteggi o all’esecuzione di limitate opere, lasciando talvolta per lunghi periodi interi condomini avvolti dalle impalcature.
Le indagini, condotte dalle Fiamme Gialle sotto la direzione dell’A.G. trentina, hanno permesso di delineare le responsabilità in capo sia agli amministratori (di diritto e di fatto) dell’impresa sia nei confronti del tecnicoasseveratore delle opere, coinvolti nel disegno criminoso.
Complessivamente, le investigazioni vedono il coinvolgimento di 3 soggetti, ritenuti a vario titolo, salvo il principio di presunzione d’innocenza, responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla creazione di crediti d’imposta e indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato di erogazioni pubbliche, false
informazioni nelle asseverazioni tecniche e indebita compensazione. Nei confronti della società è stata contestata la responsabilità amministrativa degli enti di cui al decreto legislativo 231/2001.
In fase di esecuzione del provvedimento dell’Autorità Giudiziaria, al fine di evitare che potessero essere ulteriormente ceduti o utilizzati, sono stati oggetto di sequestro c.d. “impeditivo” crediti per oltre 10 milioni di euro presenti nei cassetti fiscali di 30 soggetti che li avevano precedentemente acquistati a prezzi ribassati
rispetto al loro effettivo valore.
Inoltre, è stato eseguito un sequestro “per equivalente” di ulteriori 5,6 milioni di euro costituenti il profitto del reato derivante dalla cessione dei predetti crediti fasulli, mediante l’apprensione dei saldi attivi di numerosi conti correnti in Italia ed all’estero, denaro contante e di 14 unità immobiliari in provincia di Trento nella disponibilità degli indagati.
Contestualmente, sono state effettuate 2 perquisizioni presso i domicili delle persone indagate e due accessi presso istituti di credito per esaminare il contenuto di alcune cassette di sicurezza.
L’operazione di servizio testimonia e valorizza la connotazione di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, impegnata nel contrasto alle frodi in materia di crediti fiscali e finalizzata a garantire la corretta destinazione delle ingenti risorse pubbliche stanziate al riguardo.
Al contempo, l’attività del Corpo conferma la grande attenzione rivolta al contrasto delle più pervasive forme evasive, contribuendo a preservare la leale concorrenza del mercato tra le imprese, a tutela delle libertà economiche di tutti i cittadini e imprenditori onesti.
In osservanza delle disposizioni del decreto egislativo 8 novembre 2021, n. 188 si rappresenta che, per il principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza delle persone sottoposte ad indagine in relazione alla vicenda, sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.
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