Fare il bene conviene, le società benefit crescono di più

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito
Abruzzo
Agevolazioni
Agrigento
Alessandria
Ancona
Aosta
Arezzo
Ascoli-Piceno
Aste L'Aquila
Asti
Avellino
Bari
Barletta-Andria-Trani
Basilicata
Belluno
Benevento
Bergamo
Biella
Bologna
Bolzano
Brescia
Brindisi
Cagliari
Calabria
Caltanissetta
Campania
Campobasso
Carbonia Iglesias
Caserta
Catania
Catanzaro
Chieti
Como
Cremona
Crotone
Cuneo
Emilia-Romagna
Enna
Ferrara
Firenze
Foggia
Forli-Cesena
Friuli-Venezia Giulia
frosinone
Genova
Gorizia
Grosseto
Imperia
Isernia
Italia
La-Spezia
Latina
Lazio
Lecce
Lecco
Liguria
Livorno
Lodi
Lombardia
Lucca
Macerata
Mantova
Marche
Massa-Carrara
Matera
Messina
Milano
Modena
Molise
Monza-Brianza
Napoli
Novara
Nuoro
Olbia Tempio
Oristano
Padova
Palermo
Parma
Pavia
Perugia
Pesaro-Urbino
Pescara
Piacenza
Piemonte
Pisa
Pistoia
Pordenone
Potenza
Prato
Puglia
Ragusa
Ravenna
Reggio-Calabria
Reggio-Emilia
Rieti
Rimini
Roma
Rovigo
Salerno
Sardegna
Sassari
Savona
Sicilia
Siena
Siracusa
Sondrio
Sud sardegna
Taranto
Teramo
Terni
Torino
Toscana
Trapani
Trentino-Alto Adige
Trento
Treviso
Trieste
Udine
Umbria
Valle d'Aosta
Varese
Veneto
Venezia
Verbania
Vercelli
Verona
Vibo-Valentia
Vicenza
Viterbo




undefined – undefined

Dinamicità e inclusione possono andare di pari passo? Quando si parla di società Benefit la risposta è sì, senza alcun dubbio. Rispetto alle aziende “tradizionali” queste realtà, che in Italia sono ormai più di 4500, hanno migliori risultati economici, valorizzano i lavoratori, con un occhio di riguardo per le donne e i giovani, e tutelano l’ambiente con una grande attenzione ai temi della sostenibilità.

Cosa sono le società benefit? Le società benefit sono quelle imprese che si sono dotate di uno status giuridico particolare. Oltre alla distribuire degli utili, perseguono una o più finalità di beneficio comune e operano in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, ambiente e stakeholder, impegnandosi a valutare in maniera trasparente il proprio impatto.. Nel 2016 l’Italia è diventata il primo Paese, dopo gli Stati Uniti, a introdurre nella propria legislazione la possibilità per le aziende di adottare la questa qualifica.Tra le più famose troviamo Alessi, Antica Erboristeria, Brunello Cucinelli, Chiesi Farmaceutici, Olio Carli, Panino Giusto, Save The Duck e Thun.

I numeri: sono 4593, il 2% delle grandi aziende. Sono stati presentati stamattina a Roma i risultati della ricerca nazionale, durante l’evento “Un’ondata di innovazione”, realizzata da Nativa 8al prima società benefit in Italia che fa opera di proselitismo), il dipartimento di ricerca di Intesa Sanpaolo, InfoCamere, l’Università di Padova, la Camera di commercio di Brindisi-Taranto e Assobenefit. La dinamicità delle società benefit emerge intanto dai numeri. Alla fine del 2024 erano 4.593, il 27% rispetto all’anno precedente. In percentuali rappresentano l’1,57 per mille sul totale delle società registrate e il 2% delle grandi aziende. Sotto il profilo occupazionale, sono oltre 217.000 gli addetti di questo tipo di imprese, per un valore della produzione di circa 62 miliardi di euro.

Fatturato cresciuto del 26% in tre anni. La ricerca presentata oggi ha analizzato il triennio 2021-2023 confrontando le società benefit (un campione di 1500) con altre aziende simili per dimensione e specializzazione. Dal confronto emerge una netta superiorità. La crescita del fatturato è stata del 26%, con un divario netto rispetto al campione di confronto delle non-benefit ferme al 15,4%. Un gap che si registra sugli investimenti in innovazione, internazionalizzazione, attenzione alla sostenibilità e energia rinnovabile.Anche il sostegno all’occupazione risulta maggiore con il 62% di società benefit che ha incrementato il numero di addetti rispetto alle imprese tradizionali ferme al 43%.Nel periodo preso in considerazione le società benefit hanno registrato una crescita del valore aggiunto del 26,1%, ben superiore rispetto al 16,3% delle imprese tradizionali. L’aumento del costo del lavoro del 25,9%, quasi il doppio rispetto al 12,5% delle non-benefit, dimostra la tendenza a redistribuire maggior valore alle persone, valorizzandole e sostenendole in un periodo caratterizzato da forti spinte inflazionistiche.

Donne e giovani nei consigli di amministrazione. Guardando alla composizione del management, le società benefit si distinguono per una maggiore attenzione alla parità di genere e alla presenza di giovani nei board. Le donne trovano maggiore spazio nei Consigli di amministrazione, sono presenti nel 48% rispetto al 38% delle aziende non-benefit. Nelle grandi imprese, questa quota sale al 62%, con un distacco di quattordici punti percentuali. Anche i giovani under 40 sono più presenti nei board delle società benefit, con una quota del 27,9%, che sale al 30,4% nel Mezzogiorno. La leadership giovanile si traduce in maggiore dinamismo e innovazione: tra il 2021 e il 2023, le società benefit guidate da giovani hanno registrato una crescita mediana del fatturato del 30,6%, contro il 23,5% delle imprese con board tutto over 65. Inoltre, queste imprese mostrano una maggiore propensione ad assumere e a riconoscere aumenti salariali più consistenti.

Lombardia protagonista di un cambiamento culturale. L’analisi della distribuzione regionale mostra una concentrazione più elevata nel Nord Italia con la Lombardia che da sola rappresenta un terzo delle società benefit con 1.500 aziende. L’alta incidenza nel territorio lombardo (2,74 per mille sul totale delle imprese) è in parte dovuta alla forte presenza di grandi aziende che trainano il fenomeno ma anche ad un cambiamento culturale in atto.In termini assoluti, la seconda regione è il Lazio (509), seguita dal Veneto (470) e dall’Emilia Romagna (402). Per quanto riguarda invece le province con la maggior incidenza di società benefit sul totale, tra il 3 e il 4 per mille, il podio è formato da Milano, Trieste e Trento. La ricerca ha analizzato anche le finalità di beneficio comune indicate negli statuti societari dal quale emerge un orientamento verso l’area sociale, seguita dall’area ambientale e di governance.





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link