Design italiano, tra dazi di Trump e minaccia cinese

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Il 2024 si è chiuso con una contrazione del 3% nel fatturato del settore legno-arredo, confermando la fase di normalizzazione dei consumi post covid che ha colpito diversi comparti del made in Italy. Il calo era atteso, dopo due anni di crescita straordinaria e segue il trend già avviato nel 2023. In questo panorama spicca però un dato positivo: le esportazioni verso gli Stati Uniti sono aumentate del 2%, segnale rilevante considerando che gli Usa rappresentano il secondo mercato di riferimento per il settore. Ecco perché lo spettro dei dazi sui prodotti importanti nel Paese a stelle e strisce paventati dal neo presidente Donald Trump rischia di nuocere fortemente alla filiera italiana, sia direttamente sia indirettamente. È vero che il tema è tutto in divenire ed è quindi possibile che a livello comunitario si possa trovare un accordo con Washington per disinnescare le ripercussioni di misure del genere, come già per il resto hanno fatto Messico e Canada. Tuttavia, il presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin, sottolinea un’altra insidia: con l’alzata degli scudi da parte degli Stati Uniti sostanzialmente contro la Cina, c’è il rischio che Pechino possa intensificare l’esportazione dei suoi prodotti di design verso l’Europa. Si tratterebbe spesso di prodotti che imitano brand noti, venduti a prezzi inferiori e non conformi agli standard ambientali e sociali, un fenomeno già visto e vissuto nel settore della moda. Memore, appunto, del passato, è necessario che l’Unione Europea si trovi preparata ad adottare una strategia articolata. In primo luogo, serve implementare regole più restrittive e controlli severi per garantire che i prodotti importati rispettino gli standard europei e, contestualmente, va pensata una comunicazione mirata per sensibilizzare l’acquisto di prodotti originali. Infine, è fondamentale sostenere le imprese attraverso misure come sgravi sulle certificazioni Ets, riducendo i costi per le aziende impegnate nella sostenibilità e nella lotta al cambiamento climatico. Non si tratta di ricette innovative, né di prevedere delle misure di aiuto ex novo. È sufficiente, invece, utilizzare degli strumenti già esistenti. Quello che serve e sulla quale è necessario uno sforzo in più è invece una strategia corale che vada oltre le solite divisioni in ambito comunitario. Solo in questo modo si potrà garantire un futuro prospero al settore legno-arredo italiano ed europeo.



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