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Il problema della capillarità della connettività ad alta velocità non è limitato ai soli privati cittadini: è infatti un problema sentito anche dalle imprese, in particolare quelle di piccole e medie dimensioni, che in meno della metà dei casi ha accesso a una rete FTTP (fiber to the premise, ovvero rete in fibra fino alla sede). Questa è la conclusione di un’indagine condotta dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e dall’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI della School of Management del Politecnico di Milano.
La rete in fibra ancora poco diffusa tra le imprese
La fotografia scattata dall’Osservatorio e dal Garante, come riporta Primaonline, non è delle migliori: solo il 49% delle PMI ha infatti accesso a una rete FTTP, contro il 59,6% delle famiglie. Ciò avviene nonostante le PMI generino il 41% del fatturato a livello nazionale e occupino un terzo della forza lavoro.
La situazione è migliore in alcune Regioni e peggiore in altre, e ci sono differenze anche tra settori. La manifattura è infatti particolarmente indietro, con solo il 40% delle imprese che dispone di connessione FTTP e il 18% che ha connessioni inferiori a 30 Mbps; solo il comparto agricolo fa peggio, con il 31% servito da connessioni veloci e il 27% servito da connessioni lente. A fare meglio in assoluto sono i servizi finanziari, ICT e professionali, il cui 68% è servito da connessioni veloci e solo il 7% da connessioni lente.
A livello di Regioni, quella messa meglio è la Lombardia (con il 60% di PMI che dispongono di una connessione FTTP), seguita da Molise (60%), Lazio (59%), Campania (58%), Liguria e Sicilia (55%) e Toscana (48%). Le due regioni peggiori sono la Valle d’Aosta, con il 30% delle PMI che ha una connessione con velocità inferiore a 30 Mbps, e il Trentino-Alto Adige, con il 33%, seguite da Piemonte (22%), Friuli-Venezia Giulia e Abruzzo (20%).
Guardando alle province, la prima è Prato, con l’82% di connessioni FTTP, seguita da Milano (76%), Trieste (73%), Genova e Palermo (72%), Mantova (69%), Brescia (67%) e Napoli (66%). La peggiore è Bolzano (46% inferiore a 30 Mbps), seguita da Asti (38%), Cuneo (37%), Verbano-Cusio-Ossola (32%), Oristano (31%) e Aosta (30%).
Secondo lo studio, un dato importante è quello della densità: la maggior parte delle imprese è “isolata”, nel senso che è l’unica in un quadrato di 100 x 100 metri. Le imprese isolate sono molto più soggette alla presenza di una connessione inferiore rispetto a quelle più concentrate; le aree dove sono presenti 10 o più imprese, infatti, sono quelle meglio servite.
È interessante notare che non c’è la classica divisione Nord-Sud, ma che le connessioni veloci sono presenti in tutta Italia, con capoluoghi del Meridione tra i primi dieci più veloci. Resta comunque molto lavoro per portare le connessioni a velocità elevata alle PMI così da consentire loro di approfittare dei vantaggi offerti da Internet. Lo studio completo è disponibile cliccando qui.
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