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Negli ultimi quindici anni, il dibattito sulla stretta creditizia in Italia ha spesso puntato il dito contro le banche, accusate di aver chiuso i rubinetti del credito alle imprese. Tuttavia, i dati più recenti raccontano una storia diversa: sarebbero stati gli stessi imprenditori a ridurre il ricorso ai prestiti bancari, preferendo l’autofinanziamento come soluzione alla mancanza di liquidità. A evidenziare questo cambiamento è l’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, che ha analizzato le dinamiche del mercato creditizio, mettendo in luce un trend ormai consolidato.
Secondo lo studio, la domanda di prestiti da parte delle aziende italiane è crollata in modo significativo, con un calo medio del 32% tra il 2011 e il 2024. Un dato che, sebbene diffuso a livello nazionale, presenta picchi particolarmente evidenti in alcune aree del Paese. La provincia di Roma, per esempio, registra la percentuale più alta di diminuzione, con un -46%, mentre l’Alessandrino si posiziona all’ottavo posto della classifica, segnando un -49,9%. In termini assoluti, si passa dai 7,4 miliardi di euro richiesti nel 2011 ai 3,7 miliardi del 2024.
Ma cosa spinge le imprese a ridurre il ricorso al credito bancario? La risposta, secondo gli analisti, risiede nella crescente tendenza all’autofinanziamento. Gli imprenditori, infatti, sembrano preferire l’apporto di capitali propri o di terzi, attingendo ai risparmi personali o ricorrendo al mercato dei capitali e all’azionariato diffuso. Una scelta che, se da un lato riflette una maggiore diffidenza verso il sistema bancario, dall’altro dimostra una capacità di adattamento alle nuove condizioni economiche.
Nonostante il calo dei prestiti, però, le imprese non sembrano soffrire di una mancanza di liquidità. Al contrario, i depositi bancari delle aziende sono in aumento, segnando un paradosso che mette in discussione le narrative tradizionali. Se da un lato le banche vedono ridursi il volume dei crediti concessi, dall’altro le imprese accumulano risorse finanziarie, dimostrando una resilienza che pochi si aspettavano.
Questa tendenza, che coinvolge in modo particolare le regioni del Centro e del Nord Italia, potrebbe avere implicazioni significative per il sistema economico nel suo complesso. Se da un lato l’autofinanziamento rappresenta una soluzione immediata ai problemi di liquidità, dall’altro potrebbe limitare la capacità delle aziende di investire in progetti di ampio respiro, che richiedono risorse ingenti.
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