Il monito di Draghi all’Ue: “E’ la scarsa competitività che rende vulnerabili”

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Uno dei principali problemi evidenziati da Draghi è l’eccessiva regolamentazione interna, che ostacola la libera circolazione delle imprese e dei servizi all’interno dell’UE

MARIO DRAGHI 

Mario Draghi torna a parlare delle fragilità economiche dell’Unione Europea e della necessità di un cambiamento radicale. In un editoriale pubblicato sul Financial Times, l’ex presidente della Banca Centrale Europea e già premier italiano evidenzia come l’Europa stia, di fatto, imponendosi dazi da sola. Secondo Draghi, la scarsa competitività dell’UE rappresenta un problema strutturale che limita la crescita e la rende vulnerabile rispetto a potenze economiche come gli Stati Uniti e la Cina.

Le debolezze strutturali dell’economia europea

L’Europa si trova in una posizione delicata, con una crescita economica stagnante e un’eccessiva dipendenza dalla domanda estera. A peggiorare la situazione vi sono le recenti misure protezionistiche adottate dagli Stati Uniti, che minacciano di colpire anche i partner commerciali europei. Questo scenario, sottolinea Draghi, mette in evidenza la fragilità economica dell’UE e la necessità di un’azione decisiva per rafforzare la competitività del blocco.

Ostacoli normativi e barriere interne: un freno alla crescita

Uno dei principali problemi evidenziati da Draghi è l’eccessiva regolamentazione interna, che ostacola la libera circolazione delle imprese e dei servizi all’interno dell’UE. Secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale, le barriere interne al mercato unico equivalgono a tariffe del 45% nel settore manifatturiero e addirittura del 110% nei servizi. Questo frena la crescita delle aziende europee e riduce il volume degli scambi interni, che rimane inferiore alla metà di quello registrato negli Stati Uniti.

Il peso della regolamentazione sul settore tecnologico

L’Europa ha inoltre imposto norme stringenti al settore digitale, limitando l’espansione delle aziende tecnologiche e riducendo il potenziale di crescita del comparto. Ad esempio, il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) ha incrementato i costi di conformità per le piccole imprese, incidendo negativamente sui profitti e sulla capacità di innovazione del settore tecnologico europeo, che rappresenta circa il 70% del PIL dell’UE.

Una domanda interna debole e investimenti insufficienti

Un altro fattore critico è la scarsa crescita della domanda interna, un problema che persiste dalla crisi finanziaria del 2008. Draghi mette in evidenza come gli Stati Uniti abbiano iniettato nell’economia fondi per un valore cinque volte superiore a quello investito dall’Europa tra il 2009 e il 2024. Questo approccio ha contribuito a stimolare la crescita americana, mentre l’UE è rimasta intrappolata in surplus commerciali elevati e una politica fiscale troppo prudente.

Riforme e investimenti per rilanciare l’Europa

Secondo Draghi, le debolezze dell’Europa sono di origine interna e possono essere risolte attraverso scelte politiche mirate. La rimozione delle barriere normative e una politica fiscale più attiva potrebbero favorire la crescita economica, ridurre la dipendenza dalle esportazioni e rafforzare la competitività dell’UE. Il nuovo Competitiveness Compass della Commissione Europea rappresenta un passo nella giusta direzione, ma è necessario un impegno concreto per tradurre questa strategia in azioni efficaci.

Un cambio di mentalità per il futuro dell’Europa

Per Draghi, l’Europa deve superare un modello economico ormai obsoleto, basato su una gestione frammentata e su politiche fiscali restrittive. L’adozione di un approccio più coordinato e ambizioso è essenziale per garantire il benessere dei cittadini europei e proteggere l’autonomia del continente di fronte alle sfide globali. La trasformazione richiede un cambiamento di mentalità che superi le logiche nazionali e punti a una maggiore integrazione economica. Solo così l’Europa potrà rafforzare la propria posizione e affrontare le sfide future con maggiore solidità.

 

(Associated Medias) – Tutti i diritti sono riservati



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