Il caro energia minaccia la sopravvivenza delle imprese italiane

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Il caro energia continua a gravare pesantemente sulle imprese italiane, in particolare sui settori del terziario, a causa degli aumenti dei prezzi all’ingrosso di energia elettrica e gas. Dopo la flessione dei costi energetici nel 2023, il 2024 ha visto un nuovo rialzo, con le imprese che si trovano a fare i conti con bollette sempre più alte. Nonostante il recente decreto firmato dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che anticipa le aste di stoccaggio del gas per garantire la sicurezza energetica, il rischio legato ai costi energetici non è ancora superato. Le misure adottate sono insufficienti per prevenire nuove crisi nel breve periodo, sottolineando la necessità di interventi più strutturali e mirati.

Secondo l’Osservatorio Confcommercio Energia (OCEN), a gennaio 2025, il costo dell’elettricità per le imprese del terziario di mercato è aumentato del 24% rispetto a gennaio 2024 e del 56,5% rispetto al gennaio 2019. Le differenze sono significative, con settori come gli alberghi e le grandi superfici di vendita che hanno visto aumenti ancora più marcati, con bollette che superano i 7.000 euro al mese per gli alberghi e i 6.000 euro per i grandi negozi. La situazione risulta ancora più grave per quanto riguarda il gas, con un aumento del 27% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente e addirittura del 90,4% rispetto al 2019. In questo contesto, i costi energetici stanno erodendo i margini di molte imprese, mettendo a rischio la loro competitività, soprattutto rispetto ai competitor internazionali.

Se i prezzi rimanessero sugli attuali livelli di gennaio 2025, le imprese italiane del terziario potrebbero sostenere una spesa complessiva di 12,5 miliardi di euro per l’energia, con un aumento del 17% rispetto al 2024. I negozi alimentari, ad esempio, registrano una spesa media di 2,4 miliardi di euro all’anno, mentre gli alberghi di medie dimensioni arrivano a 64.000 euro annui pro-capite per energia elettrica. Il divario con i prezzi di altri paesi europei amplifica ulteriormente la difficoltà delle imprese italiane: in Francia, Spagna e Germania, il costo dell’energia elettrica è sensibilmente più basso, attestandosi intorno ai 100 €/MWh, mentre in Italia ha raggiunto i 143 €/MWh, accentuando il divario competitivo. Questo quadro suggerisce la necessità urgente di politiche energetiche più efficienti per sostenere le imprese italiane e mantenere la competitività sui mercati internazionali.



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