L’84% delle grandi aziende italiane investe in digitale e sostenibilità

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Industria 4.0, automazione, intelligenza artificiale: la spinta propulsiva dell’innovazione digitale rappresenta un’opportunità senza precedenti per il progresso sostenibile, con un impatto concreto non solo per le imprese ma anche per i singoli individui.

In Italia, l’84% delle grandi aziende investe in maniera significativa sia sul fronte dell’innovazione digitale che sulla sostenibilità, mentre risultano più indietro le Pmi (circa un terzo del totale), con una sinergia tra le due sfere che rappresenta ancora un aspetto marginale, soprattutto per le seconde. Negli ultimi dieci anni, la Commissione europea ha promosso oltre 90 iniziative legislative e vari piani strategici inerenti queste due dimensioni, ma solo una piccola parte del totale riguarda entrambi gli ambiti in maniera congiunta.

Osservatorio Digital & Sustainable 2025

Sono solo alcuni dei dati emersi nel corso del convegno “Digitale e Sostenibilità: lo spazio della responsabilità e dell’innovazione” organizzato presso il Politecnico di Milano (martedì 11 dicembre), durante il quale sono stati presentati i risultati della Ricerca 2024 dell’Osservatorio Digital & Sustainable dell’ateneo meneghino, in collaborazione con Assolombarda.

Tanti i temi affrontati durante l’incontro: dalla maturità digitale del tessuto produttivo del nostro Paese ai principali indicatori chiave di prestazione (o Kpi, key performance indicator) per la misurazione degli impatti sulla sostenibilità, passando per la progettazione politica dei principali attori internazionali.

 

“Il termine ‘sviluppo sostenibile’ definisce un progresso che finalmente supera un certo modo di concepire l’economia, che con tutta onestà ha lasciato il suo tempo”, ha esordito Alessandro Perego, responsabile scientifico degli Osservatori Digital Innovation e vice rettore allo Sviluppo sostenibile del Politecnico di Milano, che ha introdotto il convegno. “È importante iniziare a dialogare tra pezzi della società, non si può chiedere tutto alle imprese o alle istituzioni – ha aggiunto Perego -. I cittadini e la società hanno un ruolo importante nel trainare questo tipo di percorso (…). L’innovazione digitale può essere una grandissima possibilità per sostenere questo nostro cammino”.

Stefano Rebattoni, vice presidente con delega a Transizione Digitale e Innovazione Tecnologica di AssolombardaStefano Rebattoni, vice presidente con delega a Transizione Digitale e Innovazione Tecnologica di Assolombarda
Stefano Rebattoni, vice presidente con delega a Transizione Digitale e Innovazione Tecnologica di Assolombarda

 

Le aziende, a ogni modo, sono in prima linea nel definire i contorni di questo cambiamento. “Tutti i parametri nell’ambito dell’Esg (Environmental, Social, Governance, ndr) sono diventati dei veri e propri driver di competitività e successo sul mercato”, ha spiegato Stefano Rebattoni, vice presidente con delega a Transizione Digitale e Innovazione Tecnologica di Assolombarda, realtà che raggruppa 7.000 imprese in Lombardia (circa il 12% del Pil italiano). Rebattoni ha sottolineato l’importanza non della singola azione, quanto di un combinato disposto di tanti effetti che riguarda diversi attori e che necessita di un lavoro di orchestrazione efficace.

Focus anche sull’azione della Commissione europea. Sulle 92 iniziative di Bruxelles avviate nell’ultimo decennio, 54 sono legislative – ovvero direttive e regolamenti vincolanti su trend digitali o di sostenibilità – mentre 38 sono piani strategici con obiettivi generali non vincolanti e a lungo termine (nel 2020 si è verificata un’accelerazione complessiva, con un picco di 24 iniziative nel 2024).

Manca reciprocità tra digitale e sostenibilità

I dati analizzati dall’Osservatorio, tuttavia, mostrano un’assenza di “reciprocità” nel rapporto tra i due ambiti d’interesse: solo il 13% delle iniziative sulla sostenibilità tratta il digitale come un elemento centrale (7 su 53), mentre il 90% di quelle digitali affronta la sostenibilità con un’ottica strategica (35 su 39).

In questo senso, “è in ombra il contributo che il digitale può dare nell’affrontare le sfide globali di sostenibilità, mentre è molto importante il ruolo che la sostenibilità ha nel guidare l’innovazione digitale”, ha commentato Giorgia Dragoni, direttrice dell’Osservatorio Digital & Sustainable. Le digital technologies, insomma, vengono viste quasi come una minaccia per gli obiettivi di sostenibilità. 

Uno sguardo agli USA

Un occhio di riguardo, infine, anche alla situazione Oltreoceano e ai cambi di governance legati alla nuova amministrazione statunitense. “Io penso che il pericolo maggiore ce l’avevamo prima: adesso per fortuna è arrivata gente come Trump che accusa un disabile se cadono un aereo e un elicottero, perché dall’altra parte c’è una reazione” – ha spiegato il Ceo e co-founder di ESGeo Fabrizio Fiocchi, salito sul palco per parlare di trasparenza e gestione dei dati digitali –. Noi gestiamo centinaia di aziende e dalla costa Est e Ovest degli Usa stanno accelerando in maniera pesante per dotarsi di strumenti digitali per governare le variabili. Vogliono dire qualcosa di diverso. Quando tu imponi a delle aziende che hanno difficoltà ad arrivare a fine anno, stai creando un problema: quell’approccio ideologico creava un problema. L’approccio ideologico opposto, invece, lascia spazio alle aziende che vogliono fare un percorso di questo tipo”.

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