Imprese e formazione, il modello Its diventa da esportazione: i tecnici si formano all’estero, a partire dall’Egitto

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di
Michelangelo Borrillo, inviato al Cairo

Accordo tra i ministeri dell’Istruzione italiano ed egiziano: al Cairo il Villaggio Italia per formare giovani tecnici egiziani. Il ruolo degli Its Academy e Confindustria e il risparmio per le aziende

Da nucleo di attrazione a modello da esportazione. Il connubio formazione-lavoro tra Its (Istituti tecnologici superiori) e Confindustria ha dato il via, con l’accordo siglato al Cairo dai ministri dell’Istruzione italiano ed egiziano, Giuseppe Valditara e Abdel Latif, alla nuova missione della formazione all’estero. Dopo le relazioni internazionali, in direzione Italia, avviate nei mesi scorsi dagli Its Academy di Udine, Nuove tecnologie della vita di Bergamo, Lombardia Meccatronica di Milano, Umbria di Perugia, Meccatronica Lazio di Roma e di Latina e Apulia Digital di Foggia – che hanno accolto e accoglieranno in Italia decine di giovani selezionati all’estero per avviarli a una carriera di tecnici specializzati – adesso il modello si inverte: sono gli Its Academy che provano a varcare il confine per formare all’estero giovani specializzati per rispondere alle esigenze delle aziende. 

Tecnici made in italy formati all’estero

Imprese italiane incentivate, così, a investire in Paesi in cui sanno di poter contare su maestranze, tecnici e manager con formazione made in Italy (e perfettamente corrispondenti alle esigenze delle stesse aziende perché i corsi degli Its sono orientati proprio in relazione alle richieste del mondo imprenditoriale) ma con la retribuzione del Paese in cui lavorano. 




















































Il modello “Villaggio Italia”

Si parte dall’Egitto, con il primo “Villaggio Italia” inaugurato il 12 febbraio 2025, ma l’idea del ministero è quella di ripetere l’esperienza di accordi per la formazione all’estero anche in altri Paesi: probabilmente Marocco, certamente in Ghana (anche se in questo caso più per operai che per tecnici). «Questa – ha spiegato Valditara – è la prima attuazione concreta del memorandum di intesa firmato nel marzo scorso tra Italia ed Egitto nell’ambito del Piano Mattei. Che ha, come primo pilastro, proprio l’istruzione perché le future generazioni possano partecipare attivamente al progresso dei loro Paesi. Inoltre, portare Its all’estero significa portare anche aziende italiane». E le imprese, così come gli Its, erano già presenti in numero rilevante all’inaugurazione del “Villaggio Italia” del Cairo: circa una cinquantina in appoggio ai 48 Istituti tecnologici superiori (di settori che spaziano dalla meccatronica all’informatica) che hanno riempito con i loro stand l’Istituto Salesiano Tecnico e Professionale «Don Bosco» del Cairo (fondato nel 1926, e quindi prossimo al secolo di vita, dal generale Luigi Cadorna). 

La doppia opportunità di lavoro

«Il capitale umano, nelle aziende, deve essere al centro – ha sottolineato il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, presente all’inaugurazione del “Villaggio Italia” egiziano – e visto che oggi all’Italia mancano tutti i tipi di profili, sono importanti iniziative di collaborazione anche in Paesi esteri in cui formare i giovani. Per questo, quello che noi, come Confindustria,
vogliamo fare è completare in modo responsabile una mappatura delle necessità, sia delle aziende italiane in Egitto, sia dell’industria italiana in Italia». Per i giovani che saranno formati, infatti, si presenterà una doppia opportunità: trovare lavoro in Egitto, magari in una delle 300 aziende italiane che già vi operano, ma anche in Italia perché comunque hanno un’ottima conoscenza della lingua. 

Il risparmio sui costi della formazione 

E per le aziende la formazione all’estero comporta comunque dei risparmi, tanto più importanti quanto più si avvicina il termine della possibilità di utilizzare i fondi del Pnrr nel quale erano stati previsti 1,5 miliardi, per tutto il periodo, fino al 2026: poi si tornerà allo stanziamento ordinario pari a 48 milioni di euro all’anno e quindi verranno a mancare circa 200 milioni l’anno rispetto alla situazione attuale. Per mandare formatori in Egitto si stima che occorrano risorse comprese tra i 400 mila e i 500 mila euro all’anno, a fronte di un costo per la formazione di tecnici stranieri in Italia pari a 12 mila euro ciascuno, compresa la necessità di trovare loro un alloggio (con costi che, per questo, a Roma lievitano fino a 15 mila euro a studente). Attualmente all’Istituto Salesiano Tecnico e Professionale «Don Bosco» del Cairo studiano più di mille giovani: quindi formare lì i profili che potrebbero fare al caso delle aziende costa, evidentemente, molto meno. 

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12 febbraio 2025 ( modifica il 12 febbraio 2025 | 17:35)



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