Digitale e sostenibilità: segnali positivi dalle grandi imprese, PMI indietro

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La presentazione dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Digital & Sustainable del Politecnico di Milano con il convegno “Digitale e Sostenibilità: lo spazio della responsabilità e dell’innovazione” arriva in un periodo in cui i temi della sostenibilità sono rimessi in discussione, anche con forme che arrivano al negazionismo. Non è certamente un periodo favorevole ma, seguendo l’invito molto esplicito di Alessandro Perego, direttore scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano è il momento di affrontare questi temi con una motivazione ancora più forte e con un approccio ancora più pragmatico.

Digitale e sostenibilità: una strada verso nuove forme di sviluppo

Fare appello al pragmatismo significa dimostrare, dati alla mano, quanto la sostenibilità sia necessaria, non solo per difendere il pianeta dai rischi ormai ben noti legati ai cambiamenti climatici, ma per permette alle imprese, più attente e più innovative, di scovare e sviluppare nuove forme di sviluppo. Uno sviluppo che Alessandro Perego insiste nel qualificare come sostenibile anche nell’accezione di una gestione delle risorse che non può essere solo nel segno di una riduzione dei consumi o di una eliminazione degli sprechi, ma come una trasformazione nei prodotti, nei processi di produzione e – più di tutto – nei comportamenti.

E oggi più che mai, per vincere l’insofferenza verso gli impegni di decarbonizzazione che avevano trovato sostegno a livello nazionale e internazionale e che vengono messi in discussione occorre fare appello al concetto e al ruolo di twin transition, al rapporto tra innovazione digitale e sostenibilità. Un rapporto che è il focus del primo anno di ricerca dell’Osservatorio Digital & Sustainable del Politecnico di Milano realizzato in collaborazione con Assolombarda.

Da Alessandro Perego arriva anche un messaggio molto chiaro sul rapporto tra sostenibilità e innovazione digitale nel quale si mettono in evidenza le due grandi dimensioni di questa relazione: “la trasformazione digitale, se ben governata, può essere un potente acceleratore per il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità, ma occorre evitare che si trasformi in un rischio al potenziale equilibrio tra crescita economica, benessere sociale e tutela ambientale. È necessario operare affinché il digitale sia utilizzato al meglio per affrontare le sfide della sostenibilità e occorre che gli obiettivi stessi di sostenibilità siano integrati a livello di progettazione e di utilizzo responsabile nelle tecnologie digitali”.

Per tastare il polso a questo rapporto occorre individuare e analizzare quali sono i fenomeni nei quali si manifesta l’integrazione tra digitale e sostenibilità e a che punto sono del loro sviluppo. Una metrica indiscutibilmente rilevante è rappresentata dal numero e dall’importanza delle iniziative a livello di organizzazioni nazionali e internazionali in favore di progetti e processi per la sostenibilità e per il digitale da una parte e dal numero delle iniziative e progetti che vedono invece il coinvolgimento delle imprese.

Rapporto tra innovazione digitale e sostenibilità: le iniziative UE privilegiano Social e Governance

L’Europa in questo senso è il punto di riferimento più importante e negli ultimi dieci anni ha mostrato il suo attivismo con tante iniziative che intersecano i temi della sostenibilità e dell’innovazione digitale.

La ricerca dell’Osservatorio ne ha prese in considerazione 92 mettendo in evidenza la marcata vocazione a “normare” del nostro continente. Ben 54 di queste iniziative sono di tipo legislativo nella forma di direttive e regolamenti, 38 attengono a piani di sviluppo strategico che hanno però obiettivi generali a lungo termine e soprattutto, non vincolanti.

Se si guarda al dettaglio delle iniziative legislative con la lente dell’ESG si nota come la relazione tra digitale e sostenibilità sia prevalentemente nel segno della “G” di Governance e indirizza tematiche come trasparenza aziendale, gestione dei dati, sicurezza sul piano delle tecnologie, e più in generale transizione digitale e utilizzo delle risorse. Per quanto riguarda i piani di sviluppo la lettura in chiave ESG privilegia la “E” e la “S” con iniziative che indirizzano   obiettivi di sostenibilità, cambiamento climatico, supporto allo sviluppo sostenibile, diritti umani e inclusione sociale.

Giorgia Dragoni, Direttrice dell’Osservatorio Digital & Sustainable nella sua analisi osserva come l’attenzione della Commissione europea sia più orientata a incidere sul ruolo che la sostenibilità, sociale e di governance, può svolgere nel processo di trasformazione digitale piuttosto che sul ruolo del digitale al servizio di una trasformazione sostenibile.

Nella mappatura delle 53 iniziative dedicate alla sostenibilità, emerge poi che solo nel 13% dei casi considerano il digitale come elemento centrale, al contrario le 39 iniziative dedicate espressamente al digitale, nel 90% dei casi affrontano strategicamente la sostenibilità esprimendo una forte attenzione alle tematiche sociali e di governance.

Integrazione tra digitale e sustenibilità: grandi imprese bene, PMI ferme

Relativamente al mondo delle imprese dalla ricerca dell’Osservatorio arriva un segnale positivo per le grandi imprese e decisamente meno brillante per le PMI. Gli investimenti in digitale e in sostenibilità nella fascia delle grandi imprese trovano consenso e risorse. Dal punto di vista degli obiettivi generali poi il focus, rispetto alle iniziative istituzionali, si sposta dalla dimensione Sociale e di Governance a quella ambientale. Nel 91% dei casi le grandi imprese esprimono una spesa significativa nel digitale, nel 93% considerano investimenti nella sostenibilità.

Ma a che punto siamo nell’integrazione tra le due dimensioni?

La risposta che arriva dall’analisi della ricerca è a sua volta molto positiva con un 84% di imprese che focalizza investimenti sia nell’ innovazione digitale sia nella sostenibilità.

L’attenzione al rapporto che sta alla base delle transizioni gemelle non manca mentre quello che ancora manca sono le buone pratiche che consentono di sfruttare al meglio i vantaggi dell’integrazione tra sostenibilità e digitale.

Le percentuali infatti scendono nel momento in cui la ricerca sceglie di indagare quante aziende hanno sviluppato strategie per utilizzare il digitale in modo specifico come strumento finalizzato al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità. Arriva comunque a un bel 34% la quota di aziende che rispondo positivamente a questo criterio, mentre il 22% delle grandi imprese ha scelto di ispirare alle linee di sviluppo sostenibile la propria strategia di adozione digitale.

Per le PMI digitale e sostenibilità sono ancora un costo

Se diminuiscono le dimensioni delle imprese diminuisce purtroppo anche la propensione a investire tanto in digitale quanto in sostenibilità. La ricerca osserva che nel mondo delle PMI la quota di aziende che investe in modo significativo nel digitale arriva al 53% mentre si ferma al 42% quella che ha una strategia di investimento in sostenibilità.

Per quale motivo tante PMI non si stanno muovendo con iniziative per la sostenibilità?

La ragione principale è ancora da addebitare ai costi e alla mancanza di risorse adeguate. C’è una fetta di aziende che arriva al 31% che investe sia in innovazione digitale che in sostenibilità, anche se non si può ancora parlare di integrazione. La quota di aziende che sfrutta il digitale espressamente per la sostenibilità arriva a un 3% un po’ più alta, ma molto limitata (6%) la quota di imprese che guida il proprio sviluppo digitale pensando alle linee guida dello sviluppo sostenibile.

Digital Sustainability Officer: la figura di riferimento nell’integrazione tra digitale e sostenibilità

Integrazione tra digitale e sostenibilità per le imprese significa anche organizzazione e nuovi skill e in questo processo sta emergendo un nuovo profilo che valorizza green skil con competenze di innovazione e digitale. Il Digital Sustainability Officer inizia ad essere presente nel 10% delle grandi imprese. Il responsabile IT è naturalmente da tempo presente in quasi tutte le imprese (98%) mentre la figura di riferimento per la sostenibilità inizia ad essere molto diffusa arrivando all’83% delle aziende, ma in molti casi la sostenibilità è solo una delle deleghe.

In termini di figure di riferimento per digitale e sostenibilità le PMI esprimono la loro debolezza: nel 67% delle Piccole e medie imprese non c’è un responsabile interno per il digitale e nel 63% dei casi non c’è una figura che segua i temi della sostenibilità.

Valentina Pontiggia, Direttrice dell’Osservatorio Digital & Sustainable sottolinea a sua volta la necessità e l’urgenza di un processo di sensibilizzazione e formazione sulle opportunità che l’innovazione digitale può generare per il progresso sostenibile delle PMI e ricorda che “la mancanza di conoscenza sulle opportunità e sui rischi nella relazione tra innovazione digitale e sostenibilità rappresenta una barriera significativa”.

Una combinazione di elementi tecnologici per raggiungere obiettivi di sostenibilità

La specifica relazione tra digitale e sostenibilità viene poi esplorata dalla ricerca realizzata con Assolombarda dalla quale emergono una serie di linee guida per un futuro digitale e sostenibile grazie all’analisi di 27 progetti di digitale e sostenibilità in diversi settori.

Stefano Rebattoni, vicepresidente di Assolombarda con delega a Transizione digitale e Innovazione tecnologica ha ricordato il ruolo del digitale nella ricerca e creazione di nuovi modelli di sviluppo, e nel raggiungimento di obiettivi di sostenibilità. Un ruolo che Assolombarda ha scelto di promuovere e sostenere attraverso la condivisione di esperienze concrete e best practices per integrare crescita economica, sociale e ambientale.

Da questo rapporto emerge che la tecnologia è fortemente presente nei progetti e processi che indirizzano obiettivi di sostenibilità, anche quando non sono le normative a richiederlo. Sono tante le situazioni in cui gli investimenti in digitale guardano alla sostenibilità e in molti casi è ben diffusa la consapevolezza di quanto sia importante sfruttare questa innovazione a beneficio della relazione con gli stakeholder esterni. Nel manifatturiero poi il pragmatismo della sostenibilità si misura anche in efficienza operativa e sicurezza che fanno bene sia al conto economico, sia alle performance ambientali e al miglioramento delle condizioni di lavoro.

Il ruolo del digitale poi va letto anche come potenzialità di aumentare la capacità di generare conoscenza e di metterla a disposizione della sostenibilità. Grandi quantità di dati permettono di alimentare soluzioni che abilitano decisioni più precise, per ridurre sprechi, rischi e aumentare la qualità dei prodotti.

Prende infine sempre più forma la relazione tra digitale, sostenibilità e miglioramento continuo in un percorso che è reso possibile proprio dai dati e dalla conoscenza. Un processo che consente di gestire le richieste sempre più stringenti delle normative e le esigenze altrettanto stringenti che arrivano dalle richieste dei consumatori o dalle logiche di green procurement di molte filiere.



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